Area Oasi

La Querciola è un’area protetta istituita nel 1997 ai sensi della Legge regionale N°49 del 11/04/1995, il cui Ente gestore è il Comune di Quarrata (PT). Facilmente raggiungibile dalle maggiori vie di comunicazione ha una estensione di circa 114 ettari, delimitati dal fiume Ombrone a est, dal fosso Quadrelli a sud-ovest, dalla Via Nuova a nord-ovest. L’area è composta principalmente da fondi privati, confinanti vaste zone di proprietà pubblica. Poiché i fondi non sono chiusi, è possibile visitare l’area protetta prestando attenzione al rispetto della proprietà privata e del suo utilizzo, seguendo comunque i percorsi indicati delle strade pubbliche.
L’area è una zona umida, collocata al centro della piana metropolitana di Firenze, Prato e Pistoia, il territorio più densamente abitato della Regione Toscana. La Querciola ha mantenuto negli anni un carattere rurale quasi fuori dal tempo, malgrado l’alta urbanizzazione circostante. Nella zona si trovano: un lago da caccia soggetto a totale prosciugamento estivo denominato lago di Zela, l’ex lago di Bigiana oggi cassa d’espansione del fosso Quadrelli, quattro ex cave di argilla che rimangono allagate anche durante l’estate, grazie alla loro notevole profondità (4- 8 mt), che li porta a contatto con la falda, l’oasi la Laghina di proprietà comunale, su cui è stato realizzato un progetto di recupero ambientale come oasi faunistica di nidificazione e sottoposta a divieto di caccia.
L’importanza naturalistica di questa zona, è ad oggi, principalmente legata alla presenza dell’avifauna e della flora. Gli specchi d’acqua offrono riparo a numerosi uccelli, molte specie nidificanti altre solo nei periodi di nidificazione. L’area ha una quota media di 36 mt. Vi affiorano in prevalenza depositi attribuibili a sedimentazioni alluvionali costituiti da limo e argilla. Sottostante risulta presente un’alternanza di strati di materiale grossolano e sabbie generalmente di matrice argilloso-limosa.
L’area pianeggiante compresa tra il torrente Ombrone e il Montalbano risulta abitata fin da tempi molto antichi. In particolare gli Etruschi utilizzavano questo tratto piano, compreso tra le colline, come via di passaggio, mentre le popolazioni liguri erano insediate tra le montagne circostanti. Entrambe queste presenze sono testimoniate da vari toponimi di queste aree. Notizie più certe si hanno a partire dalla dominazione romana. Infatti dal II° Secolo A.C. cominciò la bonifica dell’agro pistoiese e fiorentino, mediante il sistema della centuriazione. Con la crisi dell’Impero Romano il territorio venne abbandonato a sé stesso e la pianura dell’Ombrone  fu nuovamente soggetta ad allagamenti, inondazioni, e infine a nuovo impaludamento. Nel Medioevo, in epoca comunale (XI°- XIII°) secolo, avvennero le più importanti fasi della sistemazione idraulica della pianura pistoiese, con la deviazione dei torrenti Bure, Brana e Stella, ed a numerosi lavori di arginatura del torrente Ombrone.
I problemi idraulici vennero trattati in maniera più globale nei secoli successivi, soprattutto quando i territori pistoiesi, pratesi e fiorentini entrarono a far parte del Granducato di Toscana. Tuttavia gran parte della pianura nel corso del ‘500 era ancora soggetta a continue inondazioni e impaludamenti. Nel corso dell’XVIII e XIX secolo, proseguì l’opera di sistemazione idraulica nella pianura da parte del governo granducale. La Querciola ha subito nel corso della storia notevoli cambiamenti d’uso. Dalla fine dell’ottocento, tutto il terreno disponibile venne messo a coltura. Oggi si presenta come un’area poderale con ambienti d’acqua e campagna (prati, siepi e terreni coltivati).
All’interno della Querciola si trovano a convivere due ambienti: quello palustre e quello rurale. Entrambi costituiscono l’habitat ideale per una nutrita avifauna, composta sia da uccelli migratori e da specie che vivono nel luogo, ma è interessante anche la numerosa erpetofauna e le specie anfibie. La maggior parte della vegetazione erbacea è tipica delle zone umide, le tipologie di maggior pregio si sviluppano sulle rive dei numerosi fossi e sulle sponde degli specchi d’acqua: molte di queste sono considerate di interesse regionale a causa della loro vulnerabilità.
Le specie arboree più diffuse sono la Quercia Farnia, la Rovere, l’Olmo campestre, l’Acero campestre, il Pioppo nero e quello bianco, vari tipi di Salici, l’Ontano nero, che punteggiano i campi, i fossi e i sentieri. Ai bordi degli specchi d’acqua la vegetazione erbacea appartiene per la maggior parte all’ordine delle phragmitetalia, che comprende numerose specie di Carici, Giunchi e di altre tipiche degli ambienti umidi. Nell’area si trovano diverse specie considerate di interesse regionale per la loro vulnerabilità dovuta essenzialmente alla riduzione delle zone umide, come ad esempio l’Euforbia palustre.
Tra le tante specie di uccelli che si trovano nell’area ricordiamo: l’Ibis, la Cicogna bianca e nera, la Garzetta, l’Airone bianco maggiore e cinerino, l’Airone rosso, la Nitticora, il Falco della palude, il Tuffetto, la Folaga, il Cavaliere d’Italia, il Germano reale, l’Alzavola, la Marzaiola, il Martin pescatore e tantissimi altri.

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